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Francesco Favorito, Autore a Francesco Favorito - Pagina 9 di 15
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Francesco Favorito

Quiche dolci allo zenzero con fragole cannella e crema pasticcera

La Quiche dolci allo zenzero con fragole cannella e crema pasticcera cattureranno la vostra attenzione!!!

Le quiche nascono come ricetta base  per cucinare torte e sformati salati.

La grande “duttilità” della sua ricetta permette di essere utilizzata con i più svariati ingredienti: dalle verdure ai formaggi alle carni.

La parola Quiche etimologicamente deriva dalla lingua tedesca e significa torta…e allora perché non utilizzarla in una variante dolce?

Di seguito la ricetta delle Quiche dolci allo zenzero con fragole cannella e crema pasticcera.

Ingredienti per le Quiche dolci allo zenzero con fragole cannella e crema pasticcera

  • g 500 miscela pane pizza
  • g 300 zucchero a velo senza glutine
  • g 250 burro
  • g 100 olio di semi di girasole
  • g 100 di tuorli
  • n. 1 baccello di vaniglia
  • g 2 di cannella in polvere
  • g 20 zenzero fresco
  • g 100 succo di zenzero (zenzero pelato, tagliato a pezzetti e passato alla centrifuga)
  • g 300 uova
  • g 10 lievito di birra fresco
  • g 150 poolish senza glutine (vedi la ricetta nel sito)
  • g 50 farina di mais giallo
  • g 100 di fragole
  • g 50 burro di cacao
  • g 50 succo di limone

Per farcire:

  • g 300 di crema pasticcera

Per decorare:

  • g 100 di albumi
  • g 100 di zucchero grezzo
  • g 20 di cannella in polvere
  • g 50 listarelle sottili di scorza candita di arancia senza glutine
  • g 50 di gelatina neutra
  • g 100 di fragole

Preparazione delle Quiche dolci allo zenzero con fragole cannella e crema pasticcera

Mantenere a parte le fragole lavate e sgocciolate.

Lavorare lo zucchero al velo con il burro morbido.

Aggiungere gradatamente l’olio di semi di girasole e  100 grammi di tuorli.

Incidere nella lunghezza il baccello di vaniglia, asportarne i semi e mescolarli all’impasto.

Inglobare quindi la cannella, lo zenzero tritato, il suo succo e quello di limone ed in fine il burro di cacao sciolto freddo.

A parte mescolare la miscela base senza glutine con la farina di mais fioretto senza glutine e il lievito di birra fresco.

Aggiungere quindi le uova intere e il poolish senza glutine e amalgamare il tutto.

Impastare fin quando la consistenza dell’impasto risulti liscia ed omogenea.

A questo punto unire i due impasti e lavorare fino a quando risultino completamente amalgamati.

Lasciare riposare l’impasto in frigorifero per 12 ore.

Passato il tempo riprendere l’impasto e stenderlo allo spessore di 3 mm.

Tagliare dei quadrati e ripiegare verso il centro gli angoli, creando una serie di girandole (potete comunque scegliere a piacere la forma da dare alle vostre Quiche).

Disporre quindi le piccole Quiche su di una teglia foderata con carta forno e lasciare lievitare per 90 minuti a una temperatura di 28 °C e il 75% di umidità.

Una volta lievitate spennellare la superficie delle Quiche con l’albume e cospargere con lo zucchero grezzo mescolato con la cannella in polvere.

Cuocere in forno preriscaldato a 160 °C per 10 minuti, quindi sfornare e far raffreddare.

Aggiungere al centro la crema pasticcera.

Guarnire quindi con la scorza di arancia e le fragole divise a metà e completare con un velo di gelatina.

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Macaron con crema al limone

I Macaron con crema al limone gluten free stupiranno le vostre papille gustative…provateli!!!

E diciamocelo con franchezza!!! I Macaron, pasticcini di meringa e farina di mandorle,  sono una vera goduria per il palato. La loro consistenza sfiora con delicatezza le papille gustative e le varianti di gusto abbinati al colore creano una perfetta sintonia.

Le origini del Macaron sembrano essere francesi, ma noi italiani ne rivendichiamo la paternità.

Un piccolo cenno storico

Sembra che nel XVI secolo, Caterina de’ Medici incaricò un Pasticcere italiano di “creare” un pasticcino che avrebbe poi portato in Francia per le sue nozze con il Duca di Orleans Enrico II di Francia.

D’altro canto i francesi se ne attribuiscono l’origine, collocandola intorno al 1790 in un convento nei pressi di Cormery (piccola cittadina al centro della Francia).

Il Macaron, nella versione moderna, sembra abbia un’appartenenza francese: all’inizio del XX secolo il pasticcere Pierre Desfontaines lo realizzò nel laboratorio della famosa pasticceria Ladurée (a tutt’oggi grandissima azienda dolciaria produttrice di questo pasticcino ed ha innumerevoli negozi in tutto il mondo).

Bene…ora si passa ai fatti!!! Allacciate il grembiule….e buona esecuzione a tutti.

Ingredienti per i macaron con crema al limone

  • g 250 farina di mandorle senza glutine
  • g 250 zucchero a velo senza glutine
  • g 190 albumi
  • g 10 tè matcha in polvere
  • g 2 succo di limone
  • g 250 zucchero semolato
  • g 70 acqua

Ingredienti per la crema al limone

  • g 150 burro chiarificato
  • g 300 succo di limone
  • g 15 latte in polvere senza glutine
  • g 170 zucchero semolato
  • g 200 uova

Preparazione dei Macaron con crema al limone

Per i Macaron

Lavorare la farina di mandorle con lo zucchero a velo, 90 g di albumi è il tè matcha fino ad ottenere un composto omogeneo.

Preparare uno sciroppo con lo zucchero semolato e l’acqua portandolo ad una temperatura di 117 °C.

A parte montare i rimanenti albumi con il succo di limone e a filo  versateci sopra lo sciroppo mescolando delicatamente fino a portare l’impasto della meringa a 50 °C.

Distribuire il composto ottenuto in una teglia foderata di carta forno utilizzando una sac-a-poche e formando dei dischi di un diametro di 3 cm.

Lasciare riposare per 30 minuti poi cuocere in forno preriscaldato a168 °C per circa 10 minuti.

Per la crema al limone

Fondere il burro a bagnomaria, aggiungere il succo di limone e portare il tutto a 70 °C.

Aggiungere il latte il polvere, la miscela base e 100 g di zucchero; amalgamare  il tutto fino ad ottenere un composto ben liscio.

A parte lavorare a bagnomaria le uova con il restante zucchero e portare il composto a 82 °C, quindi aggiungerlo al precedente composto e amalgamare.

Lasciare raffreddare completamente.

Composizione del Macaron

Farcire la metà dei Macaron con la crema al limone e sovrapporre con l’altra metà delle meringhe.

Per ottenere dei Macaron colorati, aggiungere al loro impasto 0,5 g di colorante alimentare senza glutine oppure 70/80 g di polpa di frutta.

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Poolish, cos’è e a cosa serve

Il Poolish è un potente agente ed è di ausilio alla lievitazione degli impasti…e chissà in quante ricette avrete trovato nella lista questo ingrediente!

A volte ci lasciamo scoraggiare nello scegliere una ricetta piuttosto che un’altra solo perché qualche ingrediente è di difficile reperibilità.

Ma il Poolish è un ingrediente che si fa facilmente in casa con gli ingredienti di base, per elaborare molti impasti che necessitano di lenta lievitazione.

E’ anche chiamato “biga liquida” (questo a causa della sua densità molto lenta, vista la maggiore quantità presente di acqua), non fa altro che aiutare la lievitazione diventando un “supporto” notevole per questo tipo di impasti.

Poolish: un piccolo cenno storico

La sua origine pare si debba associare alla Polonia, anche se il termine è etimologicamente di natura inglese.

Nella lingua polacca il nome  zaczyn polski  letteralmente  sta a significare “innesco polacco” (innesco nel senso di lievitazione).

Il nome infatti ricorda in qualche modo la sua provenienza, ma furono i tedeschi i primi a “copiare” e ad utilizzare questo elemento per poi passare agli inglesi che lo chiamarono Poolish.

Ovviamente noi vi proponiamo la versione gluten free del lievito Poolish. In molte delle nostre ricette lo troverete in aggiunta al lievito di birra.

Ingredienti

Preparazione del Poolish:

In una planetaria munita di frusta a foglia inserire la miscela base senza glutine e il lievito di birra sgretolato.

Avviare la planetaria ed aggiungere a filo l’acqua.

L’impasto finale risulterà molto “lento”, ed è proprio questa la sua caratteristica cioè quella di risultare quasi liquido.

Lasciare lievitare  per due ore a temperatura ambiente o per 12-24 ore in frigorifero ad una temperatura di +4 °C.

La maturazione ideale di questo composto sarà raggiunta quando sulla superficie dell’impasto compariranno delle bollicine.

Il Poolish da un enorme contributo energetico all’impasto finale, regala un forte ausilio in supporto al lievito di birra.

Ora la magia del Poolish è pronta…quindi fatevi sotto!!! Provatelo e fateci sapere.

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Crema pasticcera gluten free

La Crema pasticcera vegan può essere utilizzata per farcire ogni tipo di dolce o più semplicemente può essere mangiata così com’è…….

Prima della ricetta della Crema pasticcera vegan volevamo darvi qualche notizia su questa scelta alimentare che oggi sta prendendo piede anche come modalità di vita.

La scelta alimentare Vegan o Vegana prevede che dall’alimentazione, quindi dalle ricette, vengano esclusi animali (carne, pesce, volatili) e ogni prodotto di origine animale (uova, latte, grassi animali come il burro e lo strutto).

Non bisogna per alcun motivo associare questa scelta alimentare al concetto di privazione, ma prenderla più profondamente come modo di vivere e abitudini alimentari.

Dalle restrizioni alimentari che scelgono per la propria alimentazione, infatti, i vegani traggono talmente tanti vantaggi e benefici da ritenere queste scelte un guadagno e non certo una perdita.

E non bisogna pensare che per queste “ristrettezze” nella scelta della dieta vegan si debba rinunciare al gusto. La ricetta della Crema pasticcera Vegan del Maestro Francesco Favorito ne è la prova!!!

Ricetta della crema pasticciera Vegan

senza glutine, senza lattosio, senza lievito

INGREDIENTI

  • g 500 latte di mandorla senza glutine
  • g 100 latte di soia senza glutine
  • g 200 vino bianco secco
  • g 200 acqua
  • g 5 scorza di arancia non trattata
  • g 30 farina di lenticchie
  • g 30 amido di mais
  • g 50 spremuta di arancia
  • g 300 zucchero grezzo
  • g 100 olio extravergine di oliva
  • n 1 baccello di vaniglia
  • n 1 stecca di cannella
  • g 2 zenzero in polvere
  • g 2 zafferano in polvere

Preparazione della crema pasticciera Vegan

Versare in una casseruola il latte di mandorla e quello di soia, il vino e l’acqua, insieme al baccello di vaniglia, inciso nel senso della lunghezza, la stecca di cannella e la scorza di arancia; mettere sul fuoco.

Nel frattempo in una terrina, lavorare con le fruste a mano lo zenzero, la farina di lenticchie , l’amido di mais, lo zafferano e la spremuta di arancia.

Amalgamare il tutto fino ad ottenere un impasto cremoso.

Trasferirlo in una casseruola con i liquidi, mescolare e cuocere per 3 minuti dall’ebollizione unendo a filo l’olio extravergine di oliva.

Quando il prodotto è ben addensato, versarlo in un recipiente possibilmente di acciaio.

Coprirlo con un telo di polipropilene e mettere in raffreddamento (meglio un abbattitore) e lasciarlo raffreddare fino ad una temperatura di + 4°.

Prima di utilizzare la Crema pasticcera vegan del Maestro Francesco Favorito si suggerisce di spatolarla e renderla di nuovo cremosa.

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VEGANO…ALIMENTAZIONE E STILE DI VITA

Il termine vegan (vegano) è un neologismo coniato dall’attivista inglese Donald Watson.

Egli creò nel 1944 con Elsie Shrigley , la Vegan Society, nata in seguito al dibattito all’interno del mondo vegetariano sull’esigenza di escludere i latticini dai prodotti ritenuti vegetariani e al rifiuto di questa proposta da parte della  Vegetarian Society.

Furono i primi lettori di Donald Watson a suggerire un termine più breve per sostituire vegetariani non consumatori di latticini e ad essere selezionato fu proprio il termine vegan, italianizzato vegano, formato dalle prime e dalle ultime lettere della parola veg-etari-an.

L’alimentazione di un vegano fa parte di una filosofia di vita basata sul rifiuto di ogni forma di sfruttamento degli animali in ogni ambito, dall’alimentazione, all’abbigliamento, allo spettacolo, allo sport, ecc ecc.

Il veganismo è dettato dai principi etici di rispetto della vita animale.

Si basa su una concezione non violenta della vita e sul pensiero anti-specista secondo il quale sono prerogative anche della specie animale la capacità di provare sensazioni, esprimere volontà e allacciare rapporti sociali.

L’etica di un vegano si basa sulla non  accettazione dell’idea che l’uomo si arroghi il diritto di disporre della vita degli altri animali come crede (anche se è in grado di riconoscere che il solo fatto di esistere implichi la morte accidentale di altri esseri viventi, per esempio causiamo la morte di molti insetti anche solo camminando).

Spesso la scelta di seguire un’alimentazione di questo tipo da un sostenitore vegano, viene considerata estremista.

Si tratta invece di una scelta secondo natura, che pare ricalcare le orme dell’uomo antico, che in molti ritengono nato frugivoro quindi mangiatore di semi e frutta.

Chi ha origini contadine sa bene che il consumo di carne (per necessità) è sempre stato ridotto.

La carne si mangiava nei giorni di grande festa e anche in questi giorni ciò che caratterizzava i pasti era la frugalità e la semplicità.

Ciò non significava che mancassero tutti i nutrienti di cui abbiamo bisogno.

Se pensiamo per esempio a molti piatti tipici della cucina regionale italiana come la pasta e fagioli, i risi e bisi, la polenta, i pisarei e fasò, la pasta alla norma, la pappa al pomodoro, la panzanella, le orecchiette con le cime di rapa, ci rendiamo conto che i piatti che hanno sfamato per decenni i nostri nonni e genitori sono essenzialmente piatti vegani o vegetariani che apportavano carboidrati, proteine, grassi “buoni”, minerali e vitamine.

La cucina mediterranea, di cui questi piatti tipici sono l’espressione, è stata abbandonata dai popoli a cui per lungo tempo ha garantito una vita sana e longeva.

Le popolazioni mediterranee hanno aggiunto una grande quantità di calorie e grassi di derivazione animale e una dieta tradizionalmente povera di proteine vegetali.

Le regole di questa dieta furono tratte dall’elenco degli alimenti di un gruppo di italiani che vivevano in Cilento e che godevano di una salute molto più forte dei parenti immigrati negli Stati Uniti, a seguito di uno studio di un medico americano, Ancel Keys.

Egli notò che la loro alimentazione si basava sul consumo di frutta e verdura di stagione in abbondanza.

Pochissima carne e pesce saltuariamente, sostituiti da legumi consumati tutti i giorni; poi grande varietà di cereali possibilmente integrali.

E’ stato il miglioramento delle condizioni socioeconomiche della popolazione dopo il secondo dopoguerra a portare all’abbandono in Italia della dieta mediterranea e in tutto l’Occidente delle diete a prevalenza di cibi vegetali, e all’istaurarsi di un’alimentazione ricca di grassi  e proteine animali.

Che questo cambiamento sia stato troppo repentino e che questa alimentazione sia innaturale per il corpo umano lo indicano le malattie epidemiche che causano il maggior numero di morti ed invalidi nei paesi Occidentali.

Tutte irrimediabilmente legate all’alimentazione: obesità, cancro, ipertensione, arteriosclerosi, diabete mellito e osteoporosi sono le nuove “malattie del benessere”.

La nostra anatomia e la nostra storia ci dicono quale dovrebbe essere la base della nostra alimentazione e più ce ne allontaniamo più il nostro corpo ne risente in termini di problemi di salute.

Chi consuma esclusivamente alimenti vegetali è protetto dal 20% all’80% in più dalle malattie cardiovascolari, dal 20% al 60% dall’alta pressione arteriosa, pesa il 10% in meno rispetto agli onnivori.

Sono molti gli studi e le dichiarazioni che riportano la stretta correlazione tra il consumo di carne e l’insorgenza di tumori.

L’obesità è la diretta conseguenza della sovralimentazione, viene considerata la seconda causa di morte evitabile ed è in continuo aumento; l’Italia è inoltre ai primi posti nel mondo per quanto riguarda l’obesità infantile.

Il sovrappeso costituisce un fattore di rischio per le malattie vascolari diabete, ipertensione, ipercolesterolemia, patologie muscolo scheletriche e tumori.

Le conseguenze dell’obesità sono gravi malattie mortali e invalidanti.

La soluzione contro l’obesità è adottare una dieta a base di cibi naturali vegetali (caratterizzati da alto potere saziante, elevata densità nutrizionale ma bassa densità calorica) abbinata ad un appropriato esercizio fisico per far si che ci sia equilibrio tra le calorie consumate e quelle introdotte.

LO STILE DI VITA E LA DIETA DEL VEGANO COME ANTITUMORALE E COME LOTTA ALL’IPERTENSIONE

E’ dato certo oramai che 1/3 dei tumori dipende da cattive abitudini alimentari e che il solo fattore genetico non sembra più in grado di spiegare l’insorgenza del cancro.

L’origine di ogni malattia infatti, è genetica ma i fattori ambientali, quali la dieta e l’inquinamento ambientale, sembrano essere determinanti nella latenza o nell’espressione genetica.

Gli elementi che favoriscono la comparsa e lo sviluppo del cancro sembrano essere un eccesso di grassi saturi e di proteine animali, e una carenza delle sostanze protettive come fotocomposti e fibre che appartengono tutte al mondo vegetale.

Se gli alimenti di origine animale costituiscono o sono strettamente legati a fattori di rischio tumorali,  appartengono tutti al mondo vegetale gli alimenti che ne riducono l’insorgenza: i vegetali non amidacei (pomodoro, fagiolino, cipolla, finocchio, sedano, insalata ecc.), sono utili nella prevenzione dei tumori alla bocca-faringe, stomaco ed esofago.

I carotenoidi, contenuti in frutta e verdura di colore arancione e negli ortaggi di colore verde scuro, aiutano nella prevenzione dei tumori di bocca, faringe, laringe e polmone.

Il selenio e il licopene, presente nel pomodoro ( e in minor quantità nell’arancia rossa, pompelmo rosa, carota, albicocca e anguria) difendono dal cancro alla prostata.

Le crucifere, contenendo l’indolo-3-carbinolo, proteggono dal cancro al seno.

La catechina delle foglie del tè aiuta a prevenire il cancro alla pelle, al seno, prostata, colon e polmone.

I fitogeni, presenti in frutta, noce, mandorla e legumi, svolgono un ruolo di regolazione delle influenze ormonali e sembrano, per questo motivo, svolgere un’azione protettiva nei confronti del tumore alla mammella.

Abbiamo quindi un gran numero di alimenti per difenderci dal cancro, ma anche da arteriosclerosi, ipertensione e altre malattie cardiovascolari.

La causa principale dell’arteriosclerosi è il livello di colesterolo LDL  e dei trigliceridi.

E’ stato dimostrato che una dieta a base di cibi naturali di origine vegetale a basso contenuto di grassi è in grado di bloccare e far regredire le placche arteriosclerotiche.

La stessa dieta  è in grado di normalizzare i valori di pressione arteriosa nei pazienti ipertesi, grazie all’alto contenuto di potassio e alla prevenzione dei fattori di rischio che favoriscono l’ipertensione quali l’obesità, l’elevato consumo di grassi e lo scarso apporto di fibre.

I cibi antinfiammatori

L’alimentazione è di fondamentale importanza anche nel processo infiammatorio, poiché esistono cibi che favoriscono o danno l’avvio ai processi cellulari infiammatori, quali le carni rosse, i salumi, le carni ricche di grassi, i fritti e lo zucchero raffinato.

Anche il consumo di grassi in eccesso, apportati da carne, latticini e uova, è legato a una maggiore incidenza di infiammazione.

Il processo infiammatorio rappresenta un fattore di rischio per sovrappeso e obesità, e i cibi pro-infiammatori favoriscono malattie come l’artrite.

Una dieta priva di prodotti di origine animale, al contrario, aumenta i livelli di anticorpi che proteggono dalle infiammazioni.

Infatti i cibi antinfiammatori sono tutti di origine vegetale (pomodoro, aglio, tè verde, cavolo, arancia, peperoncino, soia, semi di lino, curcuma, origano, rosmarino, ecc.).

Sappiamo ora con certezza che una dieta che segue un  vegano è ritenuta molto utile per la prevenzione e la cura delle principali malattie croniche del mondo occidentale.

E sappiamo anche che i cibi vegetali contengono molte meno sostanze nocive e molte più sostanze benefiche di quelli di origine animale.

Introdurre quindi un menù di origine vegetariano o vegano per più volte a settimana può giovare a chiunque, apportando benefici al portafoglio e alla salute.

La natura vegetale riesce pertanto a fornirci tutti i nutrimenti di cui abbiamo bisogno per una dieta bilanciata ottimale.

Alla scoperta di nuovi sapori

Nella transizione da un regime alimentare onnivoro a uno vegano non si deve temere di non essere in grado di bilanciare la propria dieta correttamente.

Occorre essere pazienti e darsi il tempo di riscoprire tutti i prodotti che la natura ci offre.

Non occorre avere fretta nel capire se il fabbisogno di ogni nutriente è rispettato, del resto “da onnivori” è una domanda che non ci si pone quasi mai…

La gioia di conoscere nuovi prodotti e di rivalutarne altri sarà uno stimolo a variare il più possibile, in modo da assumere tutti i nutrienti di cui si ha bisogno.

Sono numerose le ragioni che spingono molte persone verso il regime alimentare vegano e se è ancora il timore della perdita di sapori piacevoli che ci frena non dobbiamo spaventarci.

Passando da una dieta da onnivoro ad una da vegano ci si accorge che il palato si pulisce, soprattutto dal sale e dagli zuccheri raffinati, e le papille gustative imparano a conoscere i sapori autentici richiedendo sempre di più semplicità nei vostri piatti.

Ci si libera inoltre della paura delle calorie, in quanto i cibi vegetali sono meno calorici e se ne può anche mangiare una maggiore quantità.

Possiamo dire che lo stile alimentare vegetariano e vegano è equilibrato e apporta i nutrimenti necessari a tutte le fasi del ciclo vitale.

Carboidrati, proteine, vitamine, grassi, minerali e fibre sono presenti nel più grande e fornito supermercato al mondo: la NATURA.

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