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VEGANO...ALIMENTAZIONE E STILE DI VITA - Alimentazione - Francesco Favorito
Francesco Favorito

VEGANO…ALIMENTAZIONE E STILE DI VITA

Lo stile colorato vegano

Il termine vegan (vegano) è un neologismo coniato dall’attivista inglese Donald Watson.

Egli creò nel 1944 con Elsie Shrigley , la Vegan Society, nata in seguito al dibattito all’interno del mondo vegetariano sull’esigenza di escludere i latticini dai prodotti ritenuti vegetariani e al rifiuto di questa proposta da parte della  Vegetarian Society.

Furono i primi lettori di Donald Watson a suggerire un termine più breve per sostituire vegetariani non consumatori di latticini e ad essere selezionato fu proprio il termine vegan, italianizzato vegano, formato dalle prime e dalle ultime lettere della parola veg-etari-an.

L’alimentazione di un vegano fa parte di una filosofia di vita basata sul rifiuto di ogni forma di sfruttamento degli animali in ogni ambito, dall’alimentazione, all’abbigliamento, allo spettacolo, allo sport, ecc ecc.

Il veganismo è dettato dai principi etici di rispetto della vita animale.

Si basa su una concezione non violenta della vita e sul pensiero anti-specista secondo il quale sono prerogative anche della specie animale la capacità di provare sensazioni, esprimere volontà e allacciare rapporti sociali.

L’etica di un vegano si basa sulla non  accettazione dell’idea che l’uomo si arroghi il diritto di disporre della vita degli altri animali come crede (anche se è in grado di riconoscere che il solo fatto di esistere implichi la morte accidentale di altri esseri viventi, per esempio causiamo la morte di molti insetti anche solo camminando).

Spesso la scelta di seguire un’alimentazione di questo tipo da un sostenitore vegano, viene considerata estremista.

Si tratta invece di una scelta secondo natura, che pare ricalcare le orme dell’uomo antico, che in molti ritengono nato frugivoro quindi mangiatore di semi e frutta.

Chi ha origini contadine sa bene che il consumo di carne (per necessità) è sempre stato ridotto.

La carne si mangiava nei giorni di grande festa e anche in questi giorni ciò che caratterizzava i pasti era la frugalità e la semplicità.

Ciò non significava che mancassero tutti i nutrienti di cui abbiamo bisogno.

Se pensiamo per esempio a molti piatti tipici della cucina regionale italiana come la pasta e fagioli, i risi e bisi, la polenta, i pisarei e fasò, la pasta alla norma, la pappa al pomodoro, la panzanella, le orecchiette con le cime di rapa, ci rendiamo conto che i piatti che hanno sfamato per decenni i nostri nonni e genitori sono essenzialmente piatti vegani o vegetariani che apportavano carboidrati, proteine, grassi “buoni”, minerali e vitamine.

La cucina mediterranea, di cui questi piatti tipici sono l’espressione, è stata abbandonata dai popoli a cui per lungo tempo ha garantito una vita sana e longeva.

Le popolazioni mediterranee hanno aggiunto una grande quantità di calorie e grassi di derivazione animale e una dieta tradizionalmente povera di proteine vegetali.

Le regole di questa dieta furono tratte dall’elenco degli alimenti di un gruppo di italiani che vivevano in Cilento e che godevano di una salute molto più forte dei parenti immigrati negli Stati Uniti, a seguito di uno studio di un medico americano, Ancel Keys.

Egli notò che la loro alimentazione si basava sul consumo di frutta e verdura di stagione in abbondanza.

Pochissima carne e pesce saltuariamente, sostituiti da legumi consumati tutti i giorni; poi grande varietà di cereali possibilmente integrali.

E’ stato il miglioramento delle condizioni socioeconomiche della popolazione dopo il secondo dopoguerra a portare all’abbandono in Italia della dieta mediterranea e in tutto l’Occidente delle diete a prevalenza di cibi vegetali, e all’istaurarsi di un’alimentazione ricca di grassi  e proteine animali.

Che questo cambiamento sia stato troppo repentino e che questa alimentazione sia innaturale per il corpo umano lo indicano le malattie epidemiche che causano il maggior numero di morti ed invalidi nei paesi Occidentali.

Tutte irrimediabilmente legate all’alimentazione: obesità, cancro, ipertensione, arteriosclerosi, diabete mellito e osteoporosi sono le nuove “malattie del benessere”.

La nostra anatomia e la nostra storia ci dicono quale dovrebbe essere la base della nostra alimentazione e più ce ne allontaniamo più il nostro corpo ne risente in termini di problemi di salute.

Chi consuma esclusivamente alimenti vegetali è protetto dal 20% all’80% in più dalle malattie cardiovascolari, dal 20% al 60% dall’alta pressione arteriosa, pesa il 10% in meno rispetto agli onnivori.

Sono molti gli studi e le dichiarazioni che riportano la stretta correlazione tra il consumo di carne e l’insorgenza di tumori.

L’obesità è la diretta conseguenza della sovralimentazione, viene considerata la seconda causa di morte evitabile ed è in continuo aumento; l’Italia è inoltre ai primi posti nel mondo per quanto riguarda l’obesità infantile.

Il sovrappeso costituisce un fattore di rischio per le malattie vascolari diabete, ipertensione, ipercolesterolemia, patologie muscolo scheletriche e tumori.

Le conseguenze dell’obesità sono gravi malattie mortali e invalidanti.

La soluzione contro l’obesità è adottare una dieta a base di cibi naturali vegetali (caratterizzati da alto potere saziante, elevata densità nutrizionale ma bassa densità calorica) abbinata ad un appropriato esercizio fisico per far si che ci sia equilibrio tra le calorie consumate e quelle introdotte.

LO STILE DI VITA E LA DIETA DEL VEGANO COME ANTITUMORALE E COME LOTTA ALL’IPERTENSIONE

E’ dato certo oramai che 1/3 dei tumori dipende da cattive abitudini alimentari e che il solo fattore genetico non sembra più in grado di spiegare l’insorgenza del cancro.

L’origine di ogni malattia infatti, è genetica ma i fattori ambientali, quali la dieta e l’inquinamento ambientale, sembrano essere determinanti nella latenza o nell’espressione genetica.

Gli elementi che favoriscono la comparsa e lo sviluppo del cancro sembrano essere un eccesso di grassi saturi e di proteine animali, e una carenza delle sostanze protettive come fotocomposti e fibre che appartengono tutte al mondo vegetale.

Se gli alimenti di origine animale costituiscono o sono strettamente legati a fattori di rischio tumorali,  appartengono tutti al mondo vegetale gli alimenti che ne riducono l’insorgenza: i vegetali non amidacei (pomodoro, fagiolino, cipolla, finocchio, sedano, insalata ecc.), sono utili nella prevenzione dei tumori alla bocca-faringe, stomaco ed esofago.

I carotenoidi, contenuti in frutta e verdura di colore arancione e negli ortaggi di colore verde scuro, aiutano nella prevenzione dei tumori di bocca, faringe, laringe e polmone.

Il selenio e il licopene, presente nel pomodoro ( e in minor quantità nell’arancia rossa, pompelmo rosa, carota, albicocca e anguria) difendono dal cancro alla prostata.

Le crucifere, contenendo l’indolo-3-carbinolo, proteggono dal cancro al seno.

La catechina delle foglie del tè aiuta a prevenire il cancro alla pelle, al seno, prostata, colon e polmone.

I fitogeni, presenti in frutta, noce, mandorla e legumi, svolgono un ruolo di regolazione delle influenze ormonali e sembrano, per questo motivo, svolgere un’azione protettiva nei confronti del tumore alla mammella.

Abbiamo quindi un gran numero di alimenti per difenderci dal cancro, ma anche da arteriosclerosi, ipertensione e altre malattie cardiovascolari.

La causa principale dell’arteriosclerosi è il livello di colesterolo LDL  e dei trigliceridi.

E’ stato dimostrato che una dieta a base di cibi naturali di origine vegetale a basso contenuto di grassi è in grado di bloccare e far regredire le placche arteriosclerotiche.

La stessa dieta  è in grado di normalizzare i valori di pressione arteriosa nei pazienti ipertesi, grazie all’alto contenuto di potassio e alla prevenzione dei fattori di rischio che favoriscono l’ipertensione quali l’obesità, l’elevato consumo di grassi e lo scarso apporto di fibre.

I cibi antinfiammatori

L’alimentazione è di fondamentale importanza anche nel processo infiammatorio, poiché esistono cibi che favoriscono o danno l’avvio ai processi cellulari infiammatori, quali le carni rosse, i salumi, le carni ricche di grassi, i fritti e lo zucchero raffinato.

Anche il consumo di grassi in eccesso, apportati da carne, latticini e uova, è legato a una maggiore incidenza di infiammazione.

Il processo infiammatorio rappresenta un fattore di rischio per sovrappeso e obesità, e i cibi pro-infiammatori favoriscono malattie come l’artrite.

Una dieta priva di prodotti di origine animale, al contrario, aumenta i livelli di anticorpi che proteggono dalle infiammazioni.

Infatti i cibi antinfiammatori sono tutti di origine vegetale (pomodoro, aglio, tè verde, cavolo, arancia, peperoncino, soia, semi di lino, curcuma, origano, rosmarino, ecc.).

Sappiamo ora con certezza che una dieta che segue un  vegano è ritenuta molto utile per la prevenzione e la cura delle principali malattie croniche del mondo occidentale.

E sappiamo anche che i cibi vegetali contengono molte meno sostanze nocive e molte più sostanze benefiche di quelli di origine animale.

Introdurre quindi un menù di origine vegetariano o vegano per più volte a settimana può giovare a chiunque, apportando benefici al portafoglio e alla salute.

La natura vegetale riesce pertanto a fornirci tutti i nutrimenti di cui abbiamo bisogno per una dieta bilanciata ottimale.

Alla scoperta di nuovi sapori

Nella transizione da un regime alimentare onnivoro a uno vegano non si deve temere di non essere in grado di bilanciare la propria dieta correttamente.

Occorre essere pazienti e darsi il tempo di riscoprire tutti i prodotti che la natura ci offre.

Non occorre avere fretta nel capire se il fabbisogno di ogni nutriente è rispettato, del resto “da onnivori” è una domanda che non ci si pone quasi mai…

La gioia di conoscere nuovi prodotti e di rivalutarne altri sarà uno stimolo a variare il più possibile, in modo da assumere tutti i nutrienti di cui si ha bisogno.

Sono numerose le ragioni che spingono molte persone verso il regime alimentare vegano e se è ancora il timore della perdita di sapori piacevoli che ci frena non dobbiamo spaventarci.

Passando da una dieta da onnivoro ad una da vegano ci si accorge che il palato si pulisce, soprattutto dal sale e dagli zuccheri raffinati, e le papille gustative imparano a conoscere i sapori autentici richiedendo sempre di più semplicità nei vostri piatti.

Ci si libera inoltre della paura delle calorie, in quanto i cibi vegetali sono meno calorici e se ne può anche mangiare una maggiore quantità.

Possiamo dire che lo stile alimentare vegetariano e vegano è equilibrato e apporta i nutrimenti necessari a tutte le fasi del ciclo vitale.

Carboidrati, proteine, vitamine, grassi, minerali e fibre sono presenti nel più grande e fornito supermercato al mondo: la NATURA.

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