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Pane fatto in casa - Alimentazione - Francesco Favorito
Francesco Favorito

Pane fatto in casa

pane fatto in casa

Il pane fatto in casa rientra tra quei alimenti che appena si nominano il cervello istantaneamente rievoca profumo e fragranza, poi, inevitabilmente si associa il languore…

Questo amatissimo alimento è senza dubbio un caposaldo della nostra cultura culinaria. Il pane è costituito da pochissimi ingredienti ma possiamo comunque trovare diverse varianti, infatti ce n’è per tutti i gusti! Alto basso, bianco, integrale, ai cereali, senza glutine ed anche con forme diverse (rosetta, sfilatino ecc.), per non parlare di quello all’olio, al latte…

Il pane casareccio è una preparazione che in passato si faceva molto spesso, proviamo a vedere quali sono gli accorgimenti che possiamo attuare affinché si ottenga senza errori.

Pane fatto in casa – Ingredienti

Al di la delle varianti, il pane fatto in casa ha pochissimi ingredienti di base, eccoli:

La farina, quale?

Come abbiamo visto, gli ingredienti sono davvero pochi, per cercare di ottenere un risultato ottimale dobbiamo partire dalle buone materie prime e lavorarle bene.

Innanzitutto la farina di frumento si trova di due tipi principali:

La farina per il pane, focacce e pizza è quella di frumento tenero, mentre quella di grano duro (o semola) è utilizzata soprattutto per fare la pasta, nella forma rimacinata anche per alcuni tipi di pane.

La farina di grano di tenero, proprietà principali:

Focalizzandoci sulle farine utilizzate per il pane:

Le proteine più utili per la panificazione sono la gliadina e la glutenina. Quando la farina vine a contatto con l’acqua queste si uniscono per dar vita al glutine.

Il glutine ben sviluppato, intrappola meglio l’anidride carbonica che il lievito genera, formando le bolle nella mollica del pane. Con una farina più forte ed una lievitazione più lunga si ottengono bolle grosse nella mollica

Lievito

Il lievito è un microrganismo, si nutre dello zucchero presente nelle farine e le converte in anidride carbonica ed etanolo, quest’ultimo evapora durante la cottura mentre l’anidride carbonica gonfia la pasta.

Di lieviti ne esistono diversi tipi, quali possiamo usare per la realizzazione del pane?

Lavorazione dell’impasto

Si forma la classica fontana con la farina, al centro sbriciolare il lievito ed aggiungere acqua, iniziare ad impastare avendo l’accortezza di sciogliere il lievito. Aggiungete altra farina ed acqua se è necessario. Ora possono essere inseriti altri ingredienti come olio, zucchero ecc. A questo punto l’impasto viene tirato e ripiegato più volte su se stesso, si continua così ad impastare fino a che sia tutto ben amalgamato e liscio.

Consigli utili:

Metodi per panificare

Vediamo insieme le differenze che esistono tra i diversi metodi per panificare.

Lievitazione

È in questa fase che il lievito lavora, trasformando gli zuccheri in altri composti, tra cui l’anidride carbonica. Quest’ultima, sotto forma di bolle, “gonfia” il pane, rendendolo soffice. Per questo passaggio sono importanti i seguenti parametri:

Importante: una lievitazione protratta più del necessario, invece di aumentare di volume, collassa su se stessa e si sgonfia.

Una volta finita questa lievitazione, si stende l’impasto e gli si dà la forma desiderata, si cosparge di farina, si applicano due tagli a croce e si rimette a lievitare, questa volta il tempo può arrivare anche ad un’ora

Come capire se la lievitazione è conclusa? Mettendo una piccola porzione d’impasto in acqua, se questa viene a galla significa che ci siamo!

Cottura

Anche per la fase della cottura ci sono diverse teorie anche solo per la temperatura da raggiungere, per esempio:

La cottura va controllata attraverso il colore che assume il pane via via che cuoce.

Tempistiche: variano a seconda della dimensione, per quelli di grandi dimensioni si consiglia di spennellare il pane con acqua quando lo infornate, evitando così che la crosta si formi troppo rapidamente.

Per una cottura uniforme: girare la teglia o le pagnotte portando avanti la parte che si trovava dietro e viceversa

Il forno che viene considerato più adatto per la cottura del pane è quello statico!

Raffreddare il pane: sulla griglia a forno leggermente aperto fino al raggiungimento della temperatura ambiente

Come conservare il pane?

I metodi di conservazione sono diversi e diverse le scuole di pensiero, proviamo a vederli insieme:

per una conservazione che dura per 2-3 giorni:

per una conservazione più duratura:

Quando si vuole riutilizzare, basta farlo scongelare a temperatura ambiente o passarlo in forno, ricordandoci che è possibile riscaldare il pane una volta sola per ottenere la sua consistenza originale.

Cose da evitare: Assolutamente sconsigliabile mettere il pane in frigorifero, infatti quando si conserva in un ambiente freddo, ma sopra gli zero gradi, diventa prima stantio.

Adesso avete tutte i trucchi per la riuscita di un buon pane fatto in casa, sappiamo però che non è mai semplice come sembra e che per questo tipo di lavorazioni serve molta pazienza e dedizione, come natura vuole! Fateci sapere se avete sperimentato ed adoperato questi di accorgimenti e che tipo di risultato avete raggiunto.

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