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Meglio lo zucchero o il dolcificante? - Alimentazione - Francesco Favorito
Francesco Favorito

Meglio lo zucchero o il dolcificante?

lo zucchero e i dolcificanti

Dolcificante o zucchero? Argomento molto dibattuto! I consumatori e gli esperti si dividono, certo dipende dalle esigenze di chi li assume: i dolcificanti hanno offerto una variante ad alto potere dolcificante ma con poche calorie per chi ha problemi di diabete o non vuole rinunciare ad un sapore dolce ma senza esagerare con il contenuto calorico.

Le diverse tipologie di zucchero e i dolcificanti che troviamo in commercio hanno diversi usi sia nella nostra cucina che nei prodotti confezionati che troviamo al supermercato. Dolcificanti in particolare, nel tempo sono stati sottoposti a diversi studi per valutare la tossicità.

Vediamo ora in dettaglio lo zucchero e i vari dolcificanti presenti in commercio, caratteristiche, pro e contro.

Cos’è lo zucchero?

Lo zucchero comune che abbiamo in casa è il saccarosio, disaccaride costituito da una molecola di glucosio e una di fruttosio.

Zucchero: da cosa si ricava?

Lo zucchero in Europa si ricava per lo più dalla barbabietola da zucchero, mentre in America centrale e meridionale dalla canna da zucchero. In altre zone lo zucchero viene prodotto dal cocco, dall’acero e dalla palma.

Tipi di zucchero

Lo zucchero nei dolci, quale utilizzare?

Controindicazioni dello zucchero

Categorie di dolcificanti

Dolcificanti naturali:

dolcificanti semisintentici:

dolcificanti sintetici

I dolcificanti semisintetici e sintetici

Si chiamano così per non esistono in natura, ma sono realizzati in laboratorio. Sono dolcificanti che sono nati per i diabetici e molto utilizzati nei prodotti dietetici. Hanno un potere dolcificante molto superiore rispetto a allo zucchero tradizionale, quindi basta una bassissima quantità del dolcificante di sintesi per ottenere un sapore dolce.

L’aspartame ha un potere dolcificante di 200 volte superiore rispetto allo zucchero e la saccarina tra le 450-600 volte.

Ciclamati

Il ciclamato è utilizzato principalmente come dolcificante non calorico e acariogeno.

Viene usato in in chewing gum e caramelle, bevande e succhi di frutta, in codimenti, gelatine marmellate ecc.
Il ciclamato viene spesso miscelato con altri dolcificanti, come la saccarina dove il potere edulcorante è notevolmente potenziato. Il ciclamato di sodio possiamo vederlo combinato anche all’aspartame o all’acesulfame K o ancora insieme a saccarina e aspartame.

Per alcuni studi effettuati sui ratti il ciclamato è stato sospettato di essere cancerogeno ad alte dosi. Studi successivamente tendono a dimostrare che la cancerogenicità è specifica per il ratto. In alcuni paesi, come l’USA, l’uso alimentare del ciclamato è vietato. In Europa invece, l’uso è consentito con alcune limitazioni ed esclusioni.

Acesulfame K

Il potere dolcificante dell’acesulfame K è pari a 200 volte quello del saccarosio, uguale a quello dell’aspartame e pari a circa la metà di quello della saccarina.

Spesso l’acesulfame K è utilizzato insieme ad altri edulcoranti ed è un dolcificante che si presta all’utilizzo per prodotti di pasticceria o a lunga conservazione e nelle bibite gassate.

L’acesulfame K ha subito critiche per la possibile nocività, benché gli studi effettuati dimostrino il contrario. Il potenziale effetto cancerogeno del dolcificante e le conseguenze nocive del prodotto sono state smentite dalla FDA e dalla Scientific Committee on Food dell’Unione europea.

I dolcificanti naturali

Questi dolcificanti in natura si trovano, come il miele e il fruttosio, come tali. Il fruttosio ha un indice glicemico più basso rispetto allo zucchero ed ha un potere dolcificante leggermente superiore. Il miele ha un contenuto calorico più basso del saccarosio perché più ricco di acqua.

Destrosio, o glucosio, viene ricavato dall’amido di mais, si usa in polvere.

Diverso è invece lo sciroppo di glucosio che non è glucosio puro. Il potere dolcificante del destrosio è pari al 70-75% del saccarosio. Viene utilizzato molto in campo alimentare, nella preparazione dei prodotti dolciari e da forno, per dolcificare bevande e budini e nella produzione di caramelle. Il glucosio si aggiunge nei gelati per evitare la cristallizzazione dello zucchero ed abbassare il punto di congelamento.

Il sorbitolo è un dolcificante non cariogeno ed in natura, il sorbitolo lo troviamo nella frutta soprattutto nelle sorbe.

Si usa nella produzione industriale di dolci senza zucchero e sono indicati anche per i diabetici, ha un’azione dolcificante superiore al saccarosio, contiene il 40% in meno di calorie ed inoltre viene assorbito solo in parte dall’intestino.

Viene utilizzato in alimenti da pasticceria e da forno e lo ritroviamo anche in prodotti cosmetici come il dentifricio.

Il mannitolo, diffusa nel mondo vegetale ma in particolar modo nella linfa del frassino (la manna). Si utilizza come dolcificante per diabetici, nonostante il sapore dolce ha basso contenuto glicemico ed è acariogeno. Inoltre se assunto per via orale si comporta come un lassativo. Il mannitolo fa parte della famiglia degli stabilizzanti, addensanti, gelificanti ed emulsionanti. Ottenuto in maniera artificiale è un additivo che cristallizza gli alimenti, utilizzato soprattutto nella ristorazione, per scenografie con dolci o frutta.

Lo xilitolo viene estratto da fragole, lampone, betulle, grano e prugna. Il suo potere dolcificante è molto simile a quello del saccarosio, con un contenuto calorico inferiore, 40% in meno di calorie. Viene usato come additivo alimentare, in particolare nelle caramelle e nei chewing gum.

La sua presenza nei dolci in sostituzione del comune saccarosio può aiutare nel prevenire la carie. Lo xilitolo ha un indice glicemico pari a circa la metà del saccarosio, comunque il carico glicemico è significativo per i soggetti affetti da diabete di tipo I.

Stevioside composto presente nelle foglie della stevia. Il potere dolcificante è 300 volte quello del saccarosio. Usato nelle bibite dietetiche per il suo indice glicemico nullo e zero calorie.

Controindicazioni dolcificanti artificiali

– Ci espongono ad hanno un effetto ingrassante, queste sostanze abituano il nostro palato a preferire cibi dolci e se si mantiene l’abitudine del dolce si incorre più facilmente nel rischio di prediligere ed ingerire cibi ipercalorici.

Successivamente sono stati condotti altri studi che hanno portato a risultati controversi, e comunque lo studio del 1977 è stato criticato per le eccessive dosi di saccarina date ai ratti, troppo elevate per un consumatore normale. La saccarina, infatti, si comporta come sostanza cancerogena se ingerita nella quantità di 4 g/kg in dose unica e invece le concentrazioni di questo dolcificante negli alimenti è nell’ordine dei milligrammi. Nessuno studio, finora, ha evidenziato pericoli per l’uomo, alle dosi utilizzate normalmente.

Anche per l’acesulfame k sono stati fatti dei studi sulla possibile tossicità, ma non sono stati riscontrati possibili effetti cancerogeni. Rispettare comunque i limiti massimi e limitarne l’uso in gravidanza, per i bambini e durante il periodo di allattamento.

Come sostituire lo zucchero nei dolci

Il dilemma tra lo zucchero e il dolcificante è un argomento molto vasto e controverso.

Certo è che la sostituzione dello zucchero con il dolcificante da solo non basta per ridurre l’apporto calorico, si deve necessariamente avere una dieta equilibrata. Sperando d’aver fatto un po’ di chiarezza sull’argomento attendiamo vostre considerazioni sull’argomento.

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