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Gluten free e le intolleranze alimentari...parliamone - Francesco Favorito
Francesco Favorito

Gluten free e le intolleranze alimentari…parliamone

gluten free

GLUTEN FREE…INFORMATI E’ MEGLIO

Siamo nell’anno 2016, l’anno che segna il punto di svolta per il settore del gluten free e delle intolleranze alimentari.

Tuttavia, nonostante l’accresciuta sensibilità su questi argomenti, continua a mancare un’ informazione seria e responsabile; viviamo nel mondo del sentito dire, del “l’ho letto in Facebook”, “lo ha detto la televisione”, “lo ha detto quel medico o nutrizionista”.

Professionalità significa anche comunicare ed informare correttamente su questi argomenti, descrivendo la logica degli ingredienti e i loro eventuali effetti collaterali.

Da quanto tempo esistono le intolleranze alimentari? Una domanda che faccio sempre agli allievi dei miei corsi di formazione e alla quale non molti sanno rispondere.

Togliamo queste nubi. Le intolleranze esistono da 20 mila anni, praticamente da sempre, da quando l’essere umano ha iniziato a svolgere l’attività agricola.

Tutti i cibi hanno una diversità e un valore nutrizionale benefico o di cattiva qualità.

Se parliamo dei cibi industriali, per esempio, il valore della Shelf-Life, quindi la scadenza di un prodotto nello scaffale, nella credenza di casa o laboratorio è più sostenibile?

Vi siete mai fatti la domanda su come fa un “pane” a durare 5\6 mesi? E’ possibile con l’uso di 4 conservanti: Sali (E202) Zucchero (Alcool) Acidi per stabilizzare il Ph (E330) e anche aggiunte di glutine secco, Emulsionanti (E472).

 

L’INFORMAZIONE E’ FONDAMENTALE

Ora manca l’informazione al consumatore finale, per esempio NESSUNO ha mai fatto un convegno dedicato, dove ogni azienda deve inserire anche la data di produzione del prodotto.

Quindi un consumatore intelligente capisce che il prodotto industriale è stato prodotto tale giorno e non può durare, specialmente quelli ricchi di acqua (pane, pan di spagna, grandi lievitati) anche 6 mesi.

Le aziende per mancanza di spazio lo inseriscono nel numero del lotto di produzione per esempio 20161505 stà a significare prodotto il 15 maggio 2016, ma il consumatore non ne è a conoscenza.

Magari in occasione di Expo 2015 si sono svolti dei convegni dedicati al cibo, demonizzando anche quello senza glutine perché fa ingrassare e non dimagrire.

In settembre 2015 è stato organizzato un convegno dedicato allo zucchero, dove si asserisce che “fa bene”, ma quale’ è la quantità ideale per il nostro corpo?

Precisamente 25 grammi (tre cucchiaini), affermazione che però arriva da un convegno organizzato da associazioni di produttori di bevande analcoliche.

Non si parla però del Ciclammato di sodio o del AcesulfameK, sfruttando le indicazioni dell’Ue che permette di non dichiarate in etichetta ma solo in scheda tecnica l’uso al di sotto dello 0,5% gli ingredienti potrebbero anche non essere dichiarati in etichetta ma in scheda tecnica e degli effetti dannosi.

Si sono svolti congressi dedicati alla Pasta, la pasta italiana, organizzato da una associazione, di cui questa associazione è Presidente uno dei più grandi pastai italiani mondiale, cosa è uscito fuori, che la pasta gluten free fa ingrassare.

Certamente se dobbiamo imitare quella con glutine probabilmente si perché, leggendo gli ingredienti, troviamo in alcune, Gomma di Xhantan, e E472 emulsionante mono di gliceridi degli acidi grassi.

Ma una pasta fresca gluten free ricca di fibre è sicuramente più digeribile, e abbassa anche il picco glicemico, certo se poi vogliamo sughi o salse super calorici, anche la pasta classica fa ingrassare.

Nessuno ha mai detto che il cibo senza glutine fa dimagrire, non cè alcuno studio scientifico in merito. Sicuramente il consumatore finale, acquistandolo in farmacia vede scritto “prodotto dietetico” quindi fa la somma Farmacia+ Prodotto Dietetico = fa dimagrire.

Sbagliato! Molto spesso le potenze delle multinazionali sia farmaceutiche che alimentari fanno business con l’ignoranza di alcuni consumatori, infatti ignoranza è una parola composta e significa “colui che ignora” .

NON spiegano gli effetti collaterali di tale cibo, dove PUNTANO molto spesso il grande USO, in modo tale che poi nel tempo si usino medicinali quelli televisivi “problemi di mal di testa, problemi di digestione, problemi di stitichezze”.

 

21 LUGLIO 2016…UNA DATA IMPORTANTE

Fortunatamente le nubi si diraderanno a partire dal 21 luglio 2016 dove SCOMPARIRA’ la parola “prodotto dietetico” e apparirà seguita dalla dizione “specificamente formulato per persone intolleranti al glutine” o “specificamente formulato per celiaci”.

In Italia secondo i dati Ministero della Salute 1,3% della popolazione è affetta da celiachia quindi intolleranza al grano e frumento e i suoi derivati.

Quindi rientrano nella “erogabilità” del prodotto presso farmacie, negozi specializzati convenzionati asl del luogo, ma ci sono tantissimi si parla del 10% che sono “gluten free sensitivity” , ma anche intolleranti al lattosio, nichel, uova, lieviti.

Nelle intolleranze occorre chiarire subito che il nostro corpo si ciba ogni giorno, almeno 5 volte al giorno ingeriamo qualche cosa, e le intolleranze si “curano o si evitano” solo e sempre con il cibo.

 

COME EVITARE TUTTO QUESTO?

Leggendo gli ingredienti, produrre prodotti genuini e non industriali con lunga scadenza, nel senza glutine i prodotti NON SARANNO MAI UGUALI al convenzionale MA SIMILI .

Quindi non possiamo pretendere una “pasta sfoglia leggerissima” ma una eccellente pasta sfoglia composta con nuove tecnologie usando fibre, grani alternativi ovviamente gluten free, riscoprendo sapori, sensazioni del palato, ma alta digeribilità.

Inserire fibre all’interno dei prodotti gluten free esalta il gusto, esalta la digeribilità, ma soprattutto induce ad abbassare all’alimento l’indice glicemico.

Ora dal 20 giugno la legge UE 2016/854 ha dato conferma alla domanda effettuata da aziende italiane, dove si può approfondire in modo scientifico.

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